La Mensa Degli Angeli Caduti

 

La mensa

A ripensare all'ultima visione apparentemente senza senso, mi accorgo che invece il senso ce l'ha.
Come fare la fila per entrare in una mensa e constatare che nella sala sono finiti i piatti e le posate mentre tutti mangiano, e doverli andare a cercare altrove, perché li nessuno serviva il cibo, ognuno prendeva quello che voleva.
Uscito dalla sala iniziai la ricerca del piatto e delle posate.
Camminavo senza sosta per corridoi e altre stanze di uno strano edificio per poi approdare ad un bancone dove finalmente vedo esposti dei piatti impilati con a fianco le posate.
Sentivo che devo fare in fretta perché il tempo per mangiare non è molto, era questione di un ora e mezza circa.
Mentre prendevo il piatto e le posate arrivò una ragazza che mi disse che c'erano posate migliori.
Mi mostrò le posate e disse che erano più funzionali e attraenti di quelle che avevo preso.
Ricordo che oltre forchetta, cucchiaio e coltello mi mostrava anche una pinza e delle altre cose da mettere assieme, in oltre il metallo era di un grigio più scuro lucido e liscio.
In apparenza non mi sembrava ci fosse nulla di male ad accettare tutte quelle cose che sarebbero potute servire e cambio le posate.
Quello che accade in seguito è il riassunto dell'angelo caduto...
Le posate che avevo accettato diventarono sempre più pesanti e non riuscivo a portarle assieme al piatto.
Un momento dopo mi sentii costretto a fermarmi in un angolo e a metterle all'interno di un contenitore di plastica trasparente che iniziò a comprimersi e a frantumarle, la visione era surreale e strana.
Le posate si accendevano di rosso e venivano compresse all'interno di questo contenitore che si accartocciava su sé stesso riducendone la dimensione.
A quel punto compresi che non c'era più tempo per andare a cambiare nuovamente le posate e tornare alla mensa, ma decisi comunque di andare alla mensa, perdendomi nuovamente perché le stanze e i corridoi erano mutevoli.
E forse non era poi nemmeno così importante tornare in quella sala così affollata.
Dopo lunghi giri ci si accorge che l'esperienza insegna a fare tesoro delle proprie scelte, poiché sa cos'è della giusta misura per sé.

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